All’anagrafe Gary Alexis Medel Soto, a tutti noto come il “pitbull”, nasce a Santiago de Chile il 3 agosto 1987, muovendo i primi passi nelle giovanili dell’Universitad Catolica, ove esordisce in prima squadra a soli 19 anni nel 2006, collezionando un solo gettone di presenza.
Nel 2007 diventa un punto fermo della squadra cilena (25 presenze e 4 reti), esordisce in nazionale nella gara contro l’Argentina, e partecipa al Mondiale Under 20, che termina con un ottimo terzo posto finale per la sua nazionale. La stagione successiva prosegue sui numeri della sopracitata, ma viene impreziosita dalle gare in Libertadores, che permettono al roccioso mediano di concludere l’annata con 34 presenze e 5 reti (1 in coppa). Il 2008 parte bene e si chiude meglio. Uno dei club più prestigiosi del Sud America, il Boca Juniors, lo acquista per l’irrisoria cifra di 210 mila euro (il suo valore di mercato era attorno al milione e mezzo) , e nel corso di due stagioni, lo utilizza in 48 gare, impreziosite da 7 reti (tutte nella prima annata).
Il suo valore di mercato sale a 5 milioni, e il Siviglia, attirato dalle sue prestazioni, lo porta in Europa per 3 milioni di euro nel mercato invernale. Con il club spagnolo diviene un idolo dei tifosi, che ne apprezzano il suo modo grintoso e la voglia di lottare sino al novantesimo minuto di gioco. Con il Siviglia esordisce in Europa League e colleziona 18 presenze. Nel 2011 inizia la stagione dalla preparazione e riesce a scendere in campo per ben 37 volte, depositando la sfera in rete soltanto in due circostanze. Che non sia un goleador lo si sapeva, ma, nel corso nel 2012, riesce a eguagliare il suo record di marcature (7).
Nell’ultima stagione prima di vestire i colori nerazzurri, si trasferisce al Cardiff per la cospicua cifra di 13 milioni di euro. Con il club anglosassone chiude con una retrocessione ma può vantare 35 presenza fra Premier e Fa Cup.
In patria è un vero e proprio mito, e assieme a Vidal e Sanchez, e uno dei più amati. Le sue caratteristiche principali sono il senso della posizione e la grinta nei contrasti. Ai Mondiali l’abbiamo ammirato come centrale difensivo, ma lui è un mediano puro. All’Inter dovrà convivere con il paragone con il suo predecessore Cambiasso, ma lui, almeno caratterialmente, non lo farà rimpiangere. Vai Pitbull.
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